Come ogni giovedì vi proponiamo le pillole del nostro mental coach, il Dottor Riccardo Parrini.
Qualsiasi uomo, qualsiasi atleta ha sperimentato paura. Paura di perdere, di deludere, di non essere all’altezza del compito, di farsi male…
Solitamente si tenta di esorcizzare la paura con frasi del tipo: “Non avere paura”, “Coraggio”, “Non ci pensare”, “Tranquillo andrà bene”. L’effetto che si ottiene è praticamente nullo se non controproducente. Infatti, non esiste una parte del cervello deputata al coraggio mentre ne esiste, appunto, una dedicata alla paura.
Pertanto conviene partire dal presupposto che la paura non è evitabile e soprattutto non è detto che sia negativa… anzi. Negative invece sono alcune risposte alla paura che mettiamo in atto.
Nasce quindi la ricerca di quell’atteggiamento consapevole che tende non ad allontanare, ma a considerare quell’emozione come un motore importante per affrontare la prova.
E’ buona routine poco prima della gara riconnetterci con i personali valori: “cosa conta veramente per me” e successivamente produrre un’azione impegnata e coerente con questi valori.
Mettere nella propria borsa la paura assieme alle scarpe da gioco e all’accappatoio significa cominciare a considerare la paura uno strumento in più, che mi ricorda costantemente quanto amo lo sport che pratico e quanto voglio continuare ad emozionarmi con esso.
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Riccardo Parrini